Durante l'offerta di quest'anno, come ogni anno, ho alzato lo sguardo verso il cielo. Al primo colpo d'occhio mi sono soffermato con stupore sui musici posizionati sulla balaustra superiore della cattedrale, al secondo, spostando lo sguardo verso la torre di destra, ho ritrovato le solite quattro bandierine rosse posizionate sugli angoli della balaustra della torre.
Le quattro bandierine avevano un significato nel 1300: tutti gli esiliati potevano tornare in città a rendere omaggio al Patrono, per tutto il tempo in cui le bandierine rosse sarebbero state esposte. Al termine di questo tempo, la città doveva essere lasciata.
Quando parliamo di esiliati, di chi parliamo esattamente? L'etimologia ci evidenzia che la parola esiliato deriva dal latino
exilium, derivata a sua volta da
exul cioè esule. Secondo l'etimo classico era composti da
ex (fuori) e
solum(terra) cioè fuori dalla propria terra.
Nel 1958 l'autore di fantascienza Tom Godwin scrive "
gli esiliati di ragnarok", narrando la storia dell'epopea di sopravvivenza di un gruppo di quattromila terrestri sul freddo e ostile pianeta ragnarok. Ci narra quindi di un popolo intero in difficoltà in una realtà estranea.
Durante gli anni della seconda guerra mondiale, ci sono stati diversi esiliati a causa delle loro idee politiche ed in questo caso stiamo parlando di esiliati generati dal sistema di potere vigente dell' epoca. Esiliati quindi legati alle dinamiche di gestione dei posti di comando: come il pittore bielorusso naturalizzato francese Marc Chagall, il quale fu esiliato per motivi politici tra il 1937 e il 1941 durante l'invasione tedesca in Francia. Abbiamo spesso sentito il suo nome abbinato a quello di Osvaldo Licini in diverse esposizioni d'arte all'interno della nostra città.
Nel 197 D.C. si consumò uno dei primi esili legati alla città di Ascoli Piceno: la storia ci racconta che la città di Salerno, nacque per tenere a presidio la città di Picentia. Quest'ultima era un'altra città della Campania, attualmente denominata Pontecagnano, la quale aveva una alta percentuale di esiliati di origine picena, questi erano molto rivoltosi ed erano stati lì convogliati per volontà dell'imperatore romano che preferì portare fuori territorio piceno una grande parte di abitanti. Anche in questo esilio, stiamo parlando di strategie di gestione del potere.
Andrea Ciaroni
nel
libro Maioliche del 400 a Pesaro, cita
l'enciclopedia storico nobiliare dello Spreti, la quale dice che nel 1302 all'insediamento del potere di Matteo Visconti a Milano, fu esiliata dalla città la fazione dei Fedeli. I membri di questa ripararono nelle città di Venezia, Pesaro, Ascoli Piceno e Ripatransone.
L'ultimo episodio ci narra della gestione tipica del potere all'interno del XIV Sec. L'esistenza dell'esiliato politico era infatti una normale conseguenza della nuova gestione del potere a favore di una fazione. Chiaramente stiamo parlando non di una regola, ma di un fatto che spesso è accaduto.
Poi ci sono due date chiave: il 1302 e il 1327.
La prima è la data di emissione di una gravissima condanna da parte della comunità fiorentina ai danni di un poeta politicamente impegnato e inviso al potere: Dante Alighieri. La condanna consisteva inizialmente in una multa, secondariamente si tramutò in confisca dei beni e il rogo. Questi fatti obbligarono il poeta ad essere esiliato e durante questo periodo scrisse La Divina Commedia.
La seconda data fa riferimento alla morte al rogo di Francesco Stabili detto Cecco D'Ascoli, il quale non fece a tempo ad essere esiliato. Assieme a Dante Alighieri ha rappresentato il secondo polo di avanguardia intellettuale e culturale sul territorio del centro-Italia dell'epoca. Spesso i due erano in contraddizione e si scontravano cercando di dimostrare teorie avverse ma sempre all'avanguardia. Li ha accomunati la lotta per le proprie idee e la difficoltà ad essere tollerati dal potere dominante di turno, che ha fatto di tutto per non avere a che fare con loro.
Ecco che i nostri esiliati hanno un volto, talvolta celebre, talvolta popolano, anonimo. Hanno il volto della sofferenza e della speranza in un domani migliore. Sono quasi gli alter-ego di molti di noi, che qualche volta fanno fatica a sentirsi parte di un mondo che sembra sempre scritto e a misura di chi comanda, ma sono personaggi che in un modo o nell'altro hanno reso grande la storia dell'uomo.
Un pensiero speciale va a tutti coloro che il giorno di Sant'Emidio e nel giorno della Quintana non sono potuti essere ad Ascoli per i motivi più disparati: lavorativi, di salute, familiari o per motivi di oggettiva gravità. Un saluto speciale a tutti voi, anche voi siete parte dell'anima di questa città.
Serafino D'Emidio