Si è tanto discusso del rinnovo del nostro amato campo Squarcia. Inizio un discorso magari utopistico, un discorso che magari ricorda gli schizzi di Antonio Sant'Elia.
Vi parlo del mio Squarcia ideale. Provo a descrivervelo.
Allora, secondo me se si parla di intervenire sullo Squarcia il progettista non deve mirare a creare un opera di architettura che gode di vita propria, ma deve confrontarsi su ciò che lo squarcia evoca, su ciò che trasmette. Esso infatti è un pezzo di storia ascolana, recente per carità, però rappresenta la storia di tutti i quintanari che hanno dato vita alla Giostra. In secondo luogo ospitando la manifestazione, evoca l'epoca millequattrocentesca riportando indietro nel tempo la città.
Quindi si dovrebbe intervenire creando un progetto che valorizzi la Quintana e non su un progetto che la oscuri. In poche parole, va fatto sicuramente un intervento consono all'epoca in cui viviamo, perchè ogni epoca ha la sua architettura. Però questo progetto deve avere dei rimandi al millequattrocento e a quello che è l'architettura degli anni di edificazione dello Squarcia.
In primis, sarebbe ottima cosa lasciare un cannocchiale visivo verso il forte Malatesta, che potrebbe rappresentare un ottima scenografia per la rievocazione. Come? secondo me facendo una gradinata fissa interrata di circa un metro e mezzo che arrivi ad una quota non altissima, gradinata che termina all'ultimo gradino con un piano che funge quasi da un grande terrazzo per incrementare il numero di persone da collocare nell'ex prato.
Il Cassero: la scenografia è il problema principale. Da un lato è abbastanza ridicolo ricreare un castello vero in pietra (però è in tema), dall' altro qualsiasi operazione contemporanea può risultare fuori luogo. Secondo me la scenografia deve essere una sintesi tra queste due opzioni. Magari una struttura in acciaio, anche reticolare, che sorregge una scenografia millequattrocentesca. Che potrebbe essere un dipinto, oppure semplicemente un nuovo cassero di legno e materiali da costruzione.
Dal lato della gradinata nord ci vedo bene una gradinata che termina con tre ordini di palchetti, in modo da coprire l'edilizia anni 50 che si trova dietro. Inoltre per guadagnare posti a sedere e per dare quel tocco di struttura tardo-medievale come nel film "Destino di un Cavaliere". Il materiale può essere il più svariato, l'importante è che sia a tema con l'ex prato.
La tribuna, è un nodo difficile da sciogliere. Buttarla giù o non buttarla giu? E' vero che è una testimonianza di architettura industriale, però è anche vero che è orrenda e ridicola. Se buttata giù va ricostruita con le stesse dimensioni ma con materiali lignei, con linee anche organiche ma non eccessive. Linee raffinate ma semplici. Se si decide di tenerla la si deve allestire totalmente per l'evento.
La pista naturalmente in terra vulcanica contornata da prato.
Sul retro box cavalli fisso e area passeggio di dimensioni adeguate.
Il mio parere naturalmente, non sono ne Meier ne Eisenman ne Renzo Piano.
Arch. Duca di Plexiglass