giovedì 18 agosto 2011

Anche il senatore Ciccanti si è accorto che questa Quintana non può più andare avanti!!!


Cari amici vi riportiamo integralmente la lettera aperta che il senatore Amedeo Ciccanti ha indirizzato al Magnifico Messere Guido Castelli. Il contenuto è assolutamente sacrosanto. Siamo finalmente felici che qualcuno di un certo spessore si è accorto, e si è deciso di far notare una volta per tutte che tante cose non vanno assolutamente. Tutti hanno visto che c'è del marcio.

Vi comunichiamo che chi vuole può dire la propria sul nostro gruppo di facebook " Quintanaro Moderno". Tutti posso tranquillamente dire ciò che pensano. Mettiamo qui sotto il link del nostro gruppo:

http://www.facebook.com/groups/203594889673811/

LA QUINTANA AI QUINTANARI, A VOI LA PAROLA!!!


"Più rievocazione e meno folclore!"

"Ascoli Piceno, 17 agosto 2011

Egregio Signor Sindaco,

ho saputo che all’indomani della giostra della Quintana e delle polemiche che l’avevano accompagnata, ha riunito i vertici organizzativi dell’Ente (il veterinario Casalini, il Direttore di gara Guaiani, il Rettore Traini e il responsabile di campo Celani) per fare il punto sulle questioni che avevano fatto un po’ soffrire la manifestazione nella edizione agostana.

Alla fine del confronto però, non mi sembra che siano emersi particolari problemi.

Le riconosco doti di intelligenza politica e di sensibilità istituzionale e capacità amministrativa. Per quanto riguarda la Quintana, Lei non ha una tradizione di “quintanaro” e si è affidato a persone, anche amministratori, che questa passione coltivano da quando erano bambini. Questo se da parte è un limite, dall’altra è un vantaggio, perché Le consente di vedere le cose con distacco e imparzialità e con le chiavi dei requisiti che Le ho riconosciuto.

Questa premessa è d’obbligo per consentirmi di aprire un confronto, a bocce ferme, come si usa dire, senza alcuna venatura polemica o, peggio ancora, politica, ma da “quintanaro” quale mi sento e da Magnifico Messere quale sono stato.

Cominciamo dal primo punto. La Quintana doveva essere la “cartolina” di presentazione di una città medievale tra le più importanti d’Italia, sicuramente della fascia adriatica. Quintana, torri, palazzi, rue e mura, dovevano essere un unico scenario di una storia secolare. Ho sempre creduto – come tutti gli intellettuali appassionati della Quintana, a cominciare dai fondatori – che la manifestazione dovesse essere una rievocazione storica e non una parata di folclore. Il rigore delle insegne, dei comportamenti e dei costumi, della sfilata dentro e fuori dal campo, non deve indulgere a sconti ed approssimazioni, soprattutto oggi, tenendo conto della diretta TV. Su questo punto, ai miei tempi, posi molta attenzione attraverso la istituzione di ispettori e sanzioni ai sestieri che trasgredivano.

Oggi, non per sua colpa, mi sembra che si siano sedimentati troppi errori e leggerezze. Il corteo si è allungato a dismisura, ci sono figure ripetitive con costumi un po’ inventati e i musici tradiscono la modernità delle chiarine rispetto al medioevo rinascimentale, che ben altre espressioni strumentali e ritmiche vantavano insieme ai tamburi. Gli sbandieratori, con la gara a se stante, hanno dimenticato la caratteristica della tradizione della Quintana di Ascoli, che vedeva primeggiare il “lancio” rispetto al “gioco”. Sicché si potrebbe lasciare a se stante l’aspetto dello “sbandieratore giocoliere” nella gara, ma lasciare al campo l’esibizione dello “sbandieratore lanciatore”, che fa parte della nostra tradizione.

Altro punto sul quale mi sono già soffermato molto criticamente è la giostra al campo, che negli ultimi anni ha sovvertito la peculiarità della Quintana di Ascoli, basata soprattutto sull’abilità del cavaliere di colpire il bersaglio facendo il miglior tempo nelle tre tornate. La modifica della pista, pur rimanendo lo stesso percorso e del regolamento sull’assegnazione del punteggio, che si è raddoppiato rispetto ai precedenti parametri (è passato da un punto a decimo a due punti), ha subordinato il valore dell’abilità a quello della velocità. Ai miei tempi (1990), cominciò a discutersi su due regole che avrebbero dovute affermarsi progressivamente: che la dama del sestiere che sfila dovesse essere di età matura con residenza almeno di alcuni anni nel sestiere di appartenenza e che i cavalieri dovevano essere ascolani, attrezzando al riguardo un campo di addestramento sul quale tutto l’anno potessero esercitarsi coloro che avrebbero voluto onorare il proprio sestiere. La storia, dal 1990, ha ripreso la vecchia abitudine delle dame giovani ed importate e i cavalieri da Arezzo, Faenza e soprattutto da Foligno e dintorni (quest’anno tre su sei), dove si corrono altre quintane con caratteristiche diverse. Quella di Foligno, più simile alla nostra, per esempio, è una giostra che privilegia la velocità perché si tratta di infilare un anello. I cavalieri di Foligno, pertanto, sono più addestrati alla velocità che all’abilità. Questo requisito della velocità porta a concentrare le proprie attenzioni organizzative sulla pista, per renderla idonea al requisito della velocità che sono le caratteristiche dei cavalli e dei cavalieri che corrono le giostre come quella di Foligno. Colpire però un bersaglio fissato su una struttura rigida come quella del nostro “moro”, implica un contraccolpo molto più forte quanto più alta è la velocità, con pericoli e danni alla sicurezza del cavallo e del cavaliere ben visibili agli occhi degli spettatori delle quintane degli ultimi dieci anni. Nel medioevo non c’erano le piste con le curve paraboliche, battute con il rullo pesante trainato dal trattore e bagnate con l’acqua a spruzzo. Credo che ripristinare il campo al naturale, segnato solo nel tracciato ad otto della pista, sia la prestazione più aderente alla rievocazione storica che si possa immaginare.

Da quando è Magnifico Messere, credo che non Le sia sfuggito che nella edizione agostana del 2010, ben quattro cavalieri su sei non hanno terminato la giostra e sono finiti alle cure mediche. Altrettanto è successo nella edizione del 2011. Qualcosa stranamente non funziona! Le ragioni sono tante come le giustificazioni. Forse l’incidente di percorso crea più emozioni. La nostra Quintana però è un gioco e tale deve rimanere!

Capisco che tutte le decisioni regolamentari e le modifiche organizzative siano state prese con l’avallo dei sestieri, ma alla luce dell’esperienza si può tornare a discuterne.

Credo che Lei, persona illuminata e affabile, debba riprendere un confronto tra alcuni storici ed intellettuali della Quintana di Ascoli, ossia con quella componente culturale che consolidai con una stagione convegnistica per discutere di medio evo e giostra delle quintane, con i consoli e capi sestiere, per ristabilire almeno un po’ di fedeltà al significato e alla storia della Quintana di Ascoli.

Le consiglio comunque di indire una riunione ed un confronto immediato ed approfondito con tutti e sei i cavalieri che hanno corso per la giostra di agosto, al fine di capire, insieme alla commissione veterinaria, se l’attuale pista è pericolosa alla sicurezza dei cavalieri e dei cavalli; almeno avremo fatto un bel passo avanti. Infatti, questa pista è veloce e pericolosa! Chi l’ha concepita, ideata e realizzata non l’ammetterà mai, ma i fatti e le circostanze portano a conclusioni opposte.

Con i migliori auguri

Amedeo Ciccanti"



Sir Robert D'Altavilla