giovedì 17 luglio 2014

Quintana di Ascoli: Il saluto di Nardinocchi, quintanaro storico








Dal Messaggero, edizione di Ascoli, articolo di Andrea Ferretti:

Aveva 28 anni quando nel 1955 aprì la sfilata del sestiere di Porta Solestà con la fierezza di chi, forse, era consapevole di averlo potuto continuare a fare fino alla soglia dei novanta. Una promessa a un bambino va sempre mantenuta e lui, Emilio Nardinocchi, è stato leale con la Quintana e il suo sestiere, creature che ha aiutato a nascere e a crescere. In sfilata stavolta non c’era, ma al Campo dei Giochi non è voluto mancare. Il suo sorriso e quella mano portata al petto sono stati da tonfo al cuore. Accanto a lui, a un certo punto, è sembrato di vedere la sagoma di Alvaro Pespani, amico e rivale, il grande assente del Sessantennale, il quale sorridendogli gli ha consegnato il palio che l’Ente Quintana ha dedicato proprio allo storico console rosso-verde che non c’è più. Nardinocchi ha salutato il pubblico lasciando il campo dalla porta carraia. Lì ha stretto la mano a un vecchio quintanaro. Gesto vero, parole dette con gli occhi, mentre lo speaker annunciava il punteggio della seconda tornata di Solestà. Innocenzi aveva già vinto il suo sesto palio. Per il vecchio console era il 24esimo. Dopo il Sessantennale con la Quintana, ad agosto spera di festeggiare - può farlo solo lui - le nozze d’argento con i palii. Della 79esima edizione basterebbe questo, ma dietro le quinte c’è stato anche Emanuele Capriotti, unico al mondo dopo Zorro e Tex capace di salire su quell’Amaldra lì alla chiamata della terza tornata. Ce l’ha fatta, ha stretto i denti (che fatica il fratello Roberto nel trascinare la cavalla verso il "via") e - nonostante l’80 e il 60 - superato il muro dei 1.800 punti come non gli era riuscito nemmeno quando aveva vinto gli otto palii.