Il 15 aprile del 1998, ci lasciava uno dei più grandi cavalieri che hanno mai calcato la sabbia dello Squarcia: Gianfranco Ricci. Vincitore di otto palii ad Ascoli e soprattutto però vincitore di tante giostre in giro per l'Italia: Arezzo, Foligno, Servigliano e su tutte Faenza. Gianfranco Ricci infatti prima di essere stato una leggenda nel panorama nazionale delle giostre storiche tra gli anni 70 e 80, è stato una leggenda a Faenza negli anni 60. Si tratta di 30 anni di vittorie e sicuramente di qualcosa di mai visto in nessun altro cavaliere presente negli albi d'oro delle diverse rievocazioni storiche italiane. L'Eddy Merckx della rievocazione storica italiana, parliamo di un cannibale. Plurivincitore con i colori del Rione Rosso, grande esponente della scuola faentina che ancora oggi continua a sfornare talenti.
Osannato in tutte le piazze delle città che lo hanno ospitato, soprattutto dai sestieranti e dai rionali. Una figura popolare. Amato, compianto e rievocato ogni volta che si parla di gesta di grandi cavalieri. Ad Ascoli ha rappresentato quasi tutta la storia del Sestiere Sant'Emidio. Nel cortile del sestiere rosso-verde campeggia la sua gigantografia murale, quasi ad osservare ancora la vita dei sestieranti. Il suo costume è gelosamente custodito dentro una teca in vetro all'interno dei locali del sestiere rosso-verde. I sestieranti sono orgogliosi di aver avuto un cavaliere di tale valore a difendere i propri colori. E' una di quelle figure che sono entrate nella memoria non solo dei sestieranti di Sant'Emidio, ma di tutti gli ascolani. Tutti coloro che hanno vissuto quegli anni, ricordano la sua particolare "partenza" ad inizio tornata. Tutti ricordano la freddezza e la grinta con cui sapeva ammazzare la Giostra. Rimane lì, nel limbo dei nostri ricordi. Un bel ricordo però. A ricordarci qual'è il cuore della Quintana di Ascoli: la Giostra e le gesta che i cavalieri fanno all'interno di essa. Le gesta rimangono scolpite nei cuori di chi ama la Quintana e di chi ama Ascoli. Il travertino riecheggia nelle sere d'estate e quell'aura di impresa che "Franco" regalava ai sogni di gloria rosso-verdi e ai sogni di una città che allora era nel pieno dell'entusiasmo dona nuovo vigore alle nostre emozioni.
Serafino D'Emidio