Molto tempo fa, un tale, figlio di falegname, noto successivamente alle cronache mondiali per tutta una serie di motivi che ora non è il caso di specificare disse: - Chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Prendo questo discorso molto alla larga, con la speranza che, praticando un passo alla volta in un processo logico posso risultare il più chiaro possibile.
Torniamo indietro nel tempo, torniamo quindi ai nostri padri, quelli che hanno fondato la giostra. Dunque vediamo: sfogliando nelle biblioteche, consultando affreschi e quadri dell'epoca, i nostri eroi riescono a mettere insieme i tasselli del quadro storico in cui la nostra beneamata giostra era collocata. Con fatica e studio riportano alla luce un tipo di giostra costituita dal giusto mix di storia, passione, gioco e agonismo. Si trovano poi davanti ad un passo importante: rendere questo embrione una rievocazione storica, cioè dare a questi contenuti storici una connotazione attuale. Nascono così i sestieri, che non ricalcano ovviamente, gli antichi sestieri presenti. Nascono in maniera molto spontanea per quello che riguarda il loro fine sociale, ma con una forte connotazione aggregativa intrinseca. E' normale. Quando si da una rappresentanza ad un quartiere nelle figure del binomio, cavallo e cavaliere, va da se che tutti gli abitanti del quartiere il giorno della giostra si sentono parte di un qualcosa di più grande, e si sentono parte integrante del sestiere. Questo è quello che la naturalità delle cose ci porta a dedurre. Il problema adesso qual'è? Il problema sta nel fatto che quella forte potenzialità aggregativa che intrinsecamente i sestieri hanno, e che decenni fa è stata portata a livelli sempre più alti, sta perdendo potenza. I sestieri, con l'avvento delle manifestazioni collaterali degli ultimi anni, si snaturano anno dopo anno. Queste manifestazioni nate successivamente alla Giostra sono importantissime. Ma sono il contorno della Giostra. Si è persa, forse, questa componente. Non da parte di tutti i quintanari, ovviamente. Si iniziano a vedere cambi di sestiere per convenienza nello sbandierare o nel suonare, si iniziano a sentire discorsi del tipo: Si vabbè alla Quintana non abbiamo ben figurato, ma nelle altre manifestazioni abbiamo fatto la nostra figura etc etc. Inizia a passare l'idea che far parte di un sestiere sia far parte di un gruppo che partecipa in prima persona a qualche manifestazione, se non si è parte di questo meccanismo non si fa parte del sestiere. Io penso che è un onore far parte di un gruppo musici e sbandieratori. Ho tutta la stima per tutti quei ragazzi che all'interno dei gruppi ha come primo fine far fare bella figura al proprio sestiere in tutte le manifestazioni. Sono una delle anime più belle del mondo quintanaro. Il mio intervento è contro i professionisti della bandiera e del tamburo fine a se stessi. A favore invece di chi quel tamburo lo sfonda per il proprio sestiere, per portarlo più in alto possibile. A favore di chi fa ore ed ore di allenamento con la bandiera, per l'onore di Ascoli, del proprio sestiere e della Quintana. A favore di un sestiere aperto alla gente, che sappia accogliere il nuovo arrivato e valorizzarlo. Renderlo parte di un qualcosa di eccezionale, che è ancor più bello se si è in tanti. Meno fighette e pseudocalciatori, piu Quintanari.
Duca di Plexiglass