Hub è un termine preso in prestito dall'informatica. Andiamo a specificare di cosa stiamo parlando concretamente: parliamo di un inoltratore di dati. Questi ultimi arrivano dalle porte Usb posizionate sull'Hub. Parliamo quindi di un "centro" o di un "polo" che esiste grazie ai contributi che dentro di esso vengono immessi. A sua volta funziona da "link" o collegamento tra i diversi contributi. Ecco, a mio parere un sestiere dovrebbe essere così. Dovrebbe tendere quotidianamente a questo. Un sestiere che sa fare sintesi delle tante persone che lo frequentano, che sa fare spazio a tutti, che sa valorizzare le diversità dei carismi, che sa essere una piattaforma sulla quale le persone che lo vivono sanno ri-cordare la storia del sestiere, ri-evocare il passato di questa città, agire per cambiare il futuro della Quintana e vivere il tempo presente con vigore e forza. Per dare vita a queste azioni è necessario più che mai prendere in prestito un altro termine dall'inglese: "share". Condividere. E' fondamentale! Perchè senza la condivisione dentro i sestieri e tra i sestieri non si alzerà mai la qualità della vita quintanara. Spesso se ne parla di questo, ed aggiungerei io, a ragione. Si fa riferimento molto spesso alla vita quintanara come un qualcosa molto simile ad una crisalide, cioè che è quindi in attesa di schiudersi o di evolversi e che ad ora purtroppo viaggia a marce ridotte. E' chiaro che questa può essere una visione anche per certi versi realistica di quello che stiamo vivendo. Però vorrei puntare l'obiettivo su un processo fondamentale all'interno della vita quintanara di tutti i sestieri. Di cosa sto parlando? Sto parlando della Tradizione. Questo termine così abusato, così' pesante e che spesso può farci paura, è semplicemente un termine polisemantico a mio parere. Ci sono, in esso, molti significati. Vorrei parzializzare questa miriade di significati semplificandoli nella regola delle tre T.
Tradizione, Traduzione, Tradimento. Non vi spaventate! Credo sia lo sviluppo normale di ogni processo che ha a che fare con la tradizione. Essa infatti è la stratificazione del tempo futuro sul tempo passato. Il tempo presente rappresenta quel lasso di tempo che attraverso l'esperienza vissuta diventa tempo stratificato. In pillole: il presente è un tempo che viviamo e vivendolo, possiamo scrivere anno dopo anno il passato (Tradizione). Il futuro dobbiamo ancora viverlo ma dipende da come sappiamo ricordare e leggere (Traduzione) il presente ed il passato. Nel momento in cui tentiamo di scrivere il futuro, sarà difficile rimanere quello che siamo se non teniamo conto del passato del passato e del presente. Sarà difficile anche scrivere il futuro rimanendo fermi solo al passato e al presente. Pertanto non c'è futuro senza presente e passato, ma non c'è futuro nemmeno senza un atto di coraggio innovatore che sa tenere conto di tutto quello che c'è stato (il Tradimento dopo la Traduzione). Non c'è futuro senza un grande sforzo in termini di memoria, interpretazione di tale memoria e la trasformazione con delle azioni nuove attraverso tale patrimonio. Condividere diventa quindi l'imperativo, in quanto ogni generazione e ogni categoria sociale può portare tanto a questa storia. Gli aneddoti dei "Vecchi" Quintanari, le competenze di chi fa un servizio al sestiere da anni, le idee nuove di chi si impegna nei comitati per la prima volta, il sorriso disarmante del ragazzo che viene per la prima volta a fare la Quintana o alla scuola sbandieratori, la Dama che magari fino all'anno scorso non sapeva neanche cos'era la Quintana e la Dama veterana che per anni ha pulito i tavoli alle cene. Il quintanaro stanco di perdere, lo sbandieratore o il tamburino in rotta con il gruppo, chi in Grande Squadra si sente dentro una famiglia. Chi per anni ha organizzato le cene e continua a non mollare. Chi è il "Figlio di". Chi va in giro per l'Italia a portare i nostri colori e suoni. Chi va in giro per l'Italia a raccontare che cos'è Ascoli Piceno. Chi è venuto solo questa sera per una birra o una coca-cola. Il gonfaloniere. Il paggio. Il portainsegne. L'armato. La scuderia. Il cavaliere. Il console. Il caposestiere. Insomma tutti, secondo la propria parte. Davvero tutti, nessuno escluso, possono dare una mano a scrivere questa bella storia che è il sogno vivente della Quintana di Ascoli Piceno.
Serafino D'Emidio