La gara equestre si ispira ai giochi storici dell'anello e della quintana prendendo spunto dalla prima corsa disputata alle ore 20 del 10 febraio 1613. Vinse il giovane nobile Bartolomeo Gregori di Croce Bianca che ebbe la meglio su quattro avversari. Questi inizi del seicento sono stati rievocati a partire dal 25 luglio 1946 per volere dei dirigenti della "Società di Mutuo Soccorso" per celebrare l'85° anniversario della fondazione dell'istituzione. Furono 10 i cavalieri in gara, in rappresentanza dei Rioni dove essi risiedevano.
I 10 Rioni sono:
- Ammanniti
- Badia
- Cassero
- Contrastanga
- Croce Bianca
- Giotti
- La Mora
- Morlupo
- Pugilli
- Spada
Le taverne sono il cuore pulsante dei Rioni. Ogni contrada ne possiede una ed è qui che si concentra l’attività di aggregazione in primo luogo, ma anche e soprattutto l’attività di ricerca e sperimentazione che ruota intorno al settore enogastronomico, non semplicemente di contorno alla Giostra della Quintana, ma vera e propria occasione per mettere a punto la spettacolarizzazione dei banchetti che erano propri dell’epoca barocca. Tre sono i Rioni che si vantano di aver “inventato” le taverne: il Cassero, il Giotti e il Contrastanga. In realtà nel 1968, i dirigenti del Rione Cassero, nello scantinato molto caratteristico di Palazzo Gentili-Spinola vollero approntare in modo rustico una forma di accoglienza con cibi molto semplici. Il successo fu notevole. L’anno seguente la medesima esperienza fu praticata dal Rione Giotti e dal Rione Contrastanga.
Bisognerà giungere al 1976 perché le taverne rionali potessero assumere una fisionomia ben precisa. I Rioni divennero, per questa occasione, “pionieri”, ricavando le loro taverne negli angoli più riposti degli antichi scantinati, tanto che fondi e cantine tornarono a risplendere. In linea di massima, esse sono attigue, se non addirittura facenti parte dello stesso complesso edilizio della sede rionale.
Dagli anni Ottanta dalle cucine rionali cominciarono ad uscire vivande ispirate alla gastronomia secentesca e sempre più accurate nell'allestimento scenico. Nasce la Gara Gastronomica tra i rioni, grazie all’intuizione, che diviene programma a tutti gli effetti, del regista Lino Procacci. In questo modo, attraverso la Gara Gastronomica, la quintana esce dai confini territoriali, perché ospiti del mondo dello spettacolo intervengono ad animare le già animate serate gastronomiche, mentre le giurie sono composte da persone più che qualificate e competenti. Senza vantarci tanto, possiamo dire che tutti gli ospiti hanno ammirato le taverne e gustato i cibi in pari misura.
Un folto gruppo di contradaioli si presta come volontario per il servizio di sala. Ragazzi e ragazze in costume appropriato per la circostanza, sempre nell’ambito degli stilemi prescritti, accolgono con cortesia i numerosissimi e chiassosi clienti, che sono non solo i folignati, ma comitive di ospiti in città per assistere alla Giostra o comunque vivere una parte del momento festivo.
Sir Robert D'Altavilla