Di recente nella nostra giostra abbiamo assistito alla vittoria all'esordio di Emanuele Capriotti nel 2003, da terzo cavaliere del sestiere rosso-azzurro di Porta Romana in un lampo vincitore di Giostra; la vittoria all'esordio di Massimo Gubbini nel Luglio 2008 e il conseguente "cappotto" nella giostra di Agosto dello stesso anno con un emozionante tornata di spareggio con Luca Veneri della Piazzarola. Tante altre ancora sono state le imprese dei binomi in questi lunga storia della Quintana che dura dal 1955.
In un lampo, dall'oggi al domani, al sestiere Piazzarola è al centro dell'attenzione Nicholas Lionetti faentino di 17 anni, figlio di Pasquale Lionetti che ha corso la giostra negli anni 80 con il sestiere di Porta Solestà. Insomma in città, come sempre, nei bar e nei luoghi pubblici molte persone tra una chiacchiera e l'altra iniziano a chiedersi chi corre per questo o quel sestiere. Nel caso della Piazzarola si rimane spesso stupefatti all'apprendere l'età del ragazzo, al quale faccio i miei migliori auguri. Immagino che per Nicholas l'emozione sia grande, in quanto parteciperà in giovane età ad una delle giostre più importanti d'Italia.
Vorrei in ogni caso ricordare un altro esempio particolare e curioso che fa parte della nostra storia di Giostra, ma non del periodo della rievocazione storica, che parte dal 1955. Fa parte invece del periodo precedente, cioè che va dal XIV al XVII sec, periodo di anni in cui abbiamo i documenti ufficiali su come si è svolta mano a mano la Giostra.
Nel 1462 il titolato conte bolognese Lodovico Malvezzi partecipò alla Giostra ad Ascoli Piceno in onore di Sant'Emidio, che in quella seconda parte di secolo era una giostra all'anello e perse contro "un giovane cavaliere" mai visto sul campo di gara. Grande gioia del popolo per la vittoria inaspettata e grande la sorpresa al momento della vittoria: il "ragazzo" si liberò delle vesti di giostra e si scoprì che di "ragazzo" non si trattava. Era una ragazza: Menichina Soderini. Si narra, si dice, si racconta e qualche volta si trova qualche traccia di questa storia soprendente sulle fonti ufficiali, ma in quota parte rimane nell'ambito della leggenda. In ogni caso mi piace pensare che la cosa più bella della Giostra della Quintana è proprio quella componente di sorpresa che sbaraglia tutti i nostri piani. Quell'anelito di speranza che diventa realtà, scuote il cuore e trasforma la vita di un popolo sestierante. E perchè no, qualche volta il mio pensiero vola e arriva a concepire quanto potrebbe essere sorprendente e poetico un 17enne che vince la Giostra!
Serafino D'Emidio