"Attacco finale al rettore Isopi"
Consegnata la lettera dei quattro capisestiere. Proposto Traini come sostituto
I capisestiere hanno passato il Rubicone. Ieri mattina è stata consegnata al segretario dell’Ente Quintana, Giacinto Federici, una lettera da recapitare al sindaco e presidente Guido Castelli in cui si chiede di sfiduciare il rettore Raniero Isopi. Il documento, redatto nel corso di una riunione che si è svolta lunedì sera, è stato sottoscritto dai responsabili dei Sestieri di Porta Romana, Pierluigi Torquati; di Porta Tufilla, Fabrizio Gaspari; della Piazzarola, Pierluigi Messidori e di Sant’Emidio, Enrico Fiori. I quattro capisestiere hanno ricevuto mandato dai loro comitati. Alla riunione di lunedì ha partecipato anche il dimissionario caposestiere di Porta Maggiore, Giuseppe Traini. Ha, invece, preferito non intervenire all’incontro, Luigi Lattanzi di Porta Solestà. I firmatari della lettera imputano ad Isopi l’assenza alle riunioni che avevano per argomento le questioni dei Sestieri ed agli appuntamenti quintanari. A detta dei capisestiere ha manifestato scarsa sensibilità ai problemi che in questi ultimi periodi si sono presentati.Lo stesso Giuseppe Traini è stato indicato come la persona adatta per andare a ricoprire il ruolo di rettore al posto di Isopi. Vecchio quintanaro, è stato per oltre dodici anni alla guida dell’Arme neroverde, Traini ha contribuito al rinnovo ed alla crescita del Sestiere di Porta Maggiore. E’ mancato, invece, l’appuntamento con la vittoria, sfiorata nel luglio del 2002 e nell’agosto del 2004. I capisestiere hanno evidentemente fatto il nome di Traini perché lo reputano una persona super partes che conosce perfettamente i problemi che ciascun Sestiere deve quotidianamente affrontare.La lettera è destinata al presidente dell’Ente Quintana perchè al punto 4 dell’articolo 7 dello statuto si legge che tra i compiti del Consiglio di amministrazione c’è la nomina del rettore, presidente del comitato tecnico, su proposta dei capisestiere e del responsabile del gruppo comunale. I capisestiere, quindi, si aspettano che l’argomento venga discusso il prima possibile, o almeno in occasione della prossima riunione del Cda di piazza Arringo. Con la manifesta sfiducia al rettore, si apre un capitolo nuovo della storia della Quintana. Mai era avvenuto prima che i capisestiere chiedessero la “testa” del rettore; soprattutto nessuna norma dello statuto prende direttamente in considerazione l’ipotesi della sfiducia, nè dunque è illustrato l’iter da seguire in caso di richiesta di “impeachment”. Il magnifico messere Castelli e i componenti del consiglio dell’Ente dovranno pronunciarsi sulla base dei regolamenti in essere, ma non è escluso che nella prossima riforma dello statuto, che dovrebbe concretizzarsi, così come annunciato dal presidente dell’Ente Quintana, entro la primavera, non si illustri direttamente il procedimento da seguire per sfiduciare il rettore.
pierfrancesco simoni