Molti di voi avranno sentito parlare una gran quantità di volte del famoso albero del Piccioni situato sulla Salaria. Leggenda narra che l'albero prese il nome dal brigante Piccioni, il quale nel XVIV Sec trovò rifugio in uno dei suoi innumerevoli scontri e combattimenti durante il fenomeno del brigantaggio.
In un documento del 1683 si legge il nome di un certo Amelio in relazione all'albero. Ma chi era costui? Era Amelio Parisani. Il panegirista della famiglia Parisani dell'epoca tale Nicolà Marcucci narra: "Non si presentava occasione militare che non vi fosse impegnato Amelio, non bolliva tumulto marziale che non vi fosse destinato. Correva generosamente a fronte scoperta da per tutto, si opponeva ad ogni rischio, portava spavento all'inimico, sollievo ai soldati, coraggio alle squadre, ardire alle spade, vigore a gli assalti e gloria alle armi". Amelio fu uno dei più valorosi tra i Parisani e quindi si presume abbia avuto a che fare con l'albero per motivi bellici, non sappiamo di quale natura.
Ma Amelio non era un eccezione nella famiglia. Egli era un guerriero perchè anche i suoi antenati erano guerrieri. Si legge infatti nei documenti del sec. XVI che il soprannome di Piccione era affibiato a Vespasiano Parisani. Il quale prese parte alla sanguinose beghe tra i nobili cittadini, militò nelle schiere dei Guiderocchi e dei Malaspina; nel 1527 lo troviamo all'assalto di Castignano ed otto anni dopo contro Fermo.
L'altro "Piccione" si chiamava Raimondo ed anch'egli ebbe questo soprannome. Il Marcucci afferma che fu eletto ambasciatore a Fermo, insieme ad altri, per riverire a nome della città Taddeo Barberini, capitano della Chiesa; esercitò poi il medesimo ufficio presso il Card. Pallotta ed il Card. Spada. Nel 1639 oratore presso il Card. S. Croce. Nel 1642 presso il Card. Gabrielli, eletto vescovo di Ascoli dopo un interregno di oltre tre anni.
C'è però un terzo "Piccione" di cui si sa solo che era un Parisani e che morì nel 1655.
Nel Sec XVIII inoltrato il popolo iniziò a chiamare l'albero, albero del Piccioni. Il Fabiani snocciola alcune considerazioni importanti:
- non fu un guerriero ascolano a riportarlo dalla Terra Santa in quanto il platano orientale era già comune, fin dall'epoca più remota, in Italia.
- che il capobanda Giovanni Piccioni non c'entra nell'attuale denominazione. In via ipotetica si può ammettere che, durante la lotta contro il brigantaggio, talvolta sia stato usato l'albero come nascondiglio.
- che il nome attuale fa riferimento a tre secoli fa, ed è ne più ne meno di quello del proprietario. Nei libri catastali infatti ben prima del fenomeno del brigantaggio è stata trovata la denominazione "di Piccione" che fa riferimento al proprietario dell'epoca.
Non sappiamo di quale Piccione si tratta, però sappiamo che sicuramente veniva chiamato "di Piccione" prima di Giovanni Piccioni. Mistero risolto. Si spera.
(tratto da Ascoli nel 1500 _ G. Fabiani_Vol II 3 edizione anastatica)
Serafino D'Emidio