PORTA MAGGIORE:
Il Sestiere di Porta Maggiore nasce nel lontano 1956 nel contesto della rievocazione storica della Quintana, per rappresentare la nuova area urbanistica in espansione verso est, al di là del Ponte Maggiore. La porta da cui trae il nome, oggi scomparsa, fu realizzata da Antonio Giosafatti tra il 1586 e il 1587 nei pressi della chiesa di Santa Maria del Carmine. All’interno del Sestiere si trovano numerosi monumenti di grande interesse come il Forte Malatesta, il Ponte di Cecco, la chiesa di San Salvatore di Sotto ed il Campo dei Giochi, all’interno del quale si svolge la Quintana vera e propria. I colori del Sestiere sono: il giallo, il verde ed il nero. La vittoria del Palio manca dal 1982, ma i sestieranti nero-nerdi hanno sempre continuato ad onorare al meglio i propri colori tenendo alto il nome del sestiere in tutte le attività quintanare e sociali che lo coinvolgono. La sede di via delle Terme è il fulcro delle attività del Sestiere, il quale si propone di far rivivere la storia e le tradizioni della Città di Ascoli Piceno, incrementando, verso gli abitanti del quartiere, del territorio e verso la cittadinanza , la conoscenza e l’interesse storico culturale della Giostra della Quintana. Un notevole impegno viene profuso giornalmente per creare attività, iniziative e momenti di incontro fra gli abitanti, giovani e meno giovani, affinché il Sestiere e la Quintana siano uno strumento di aggregazione sociale del quartiere, con i quali potersi confrontare su temi e passioni comuni.
Il Sestiere di Porta Maggiore ha vinto nella sua storia due Palii negli anni 1979 e 1982 entrambi grazie alle vittorie di Pierpaolo Placci, rinominato “Riccioli d'oro”. Il progetto del nuovo comitato è proprio quello di tornare dopo tanti anni alla vittoria del Palio. Quest'anno al campo dei giochi sarà Andrea Leonardi di Narni a lottare per la vittoria del Palio.
MONUMENTI STORICI:
Nel territorio del Sestiere di Porta Maggiore sono situati molti e importanti monumenti storici tra cui la Chiesa di San Salvatore di Sotto - edificio di stile romanico, dedicato a Dio Salvatore e Principe della Pace, si ipotizza che sia stato costruito sull'area di un tempio romano pagano dedicato a Marte. Sorge poco lontano dal ponte di Cecco, sulla sommità di un poggio che la tradizione ascolana identifica col nome di Colle di Marte, alle pendici di colle San Marco. Ha di recente subito un restauro comprensivo della ricostruzione dell'abside romanico e del rifacimento dell'interno, degli archi trasversali e della copertura.
Di grande imponenza risulta essere il Forte Malatesta, costruzione fortificata edificata nei pressi del ponte di Cecco, passo obbligato per chi accedeva nella città dalla zona est. Sorge vicino alle sponde del torrente Castellano, l'attuale fortezza interamente è stata ricostruita sui resti di una precedente rocca per volere del Signore di Rimini Galeotto Malatesta verso la metà del 1300. Riaperta al pubblico nel 2010 dopo circa dieci anni di restauro, ospita un polo museale polifunzionale. L'antica opera di difesa urbana è tra le più visitate e importanti del centro storico.
All'interno del perimetro del Forte Malatesta è compresa la Chiesa di Santa Maria del Lago - Chiesa poligonale voluta da fra Cola da Tursi, eremita che visse in città nel XVI secolo - che si eleva accorpata all'interno del complesso della fortezza malatestiana.
Nella piazza Matteotti è possibile visitare la Statua di Cecco d'Ascoli.
Il Ponte di Cecco, invece, è un antico ponte che, attraversando il torrente Castellano conduce al Forte Malatesta. La sua leggera sagoma architettonica appare in un profilo sottile ed ancora oggi ostenta intatta la sobria armonia di proporzioni e di linee tipiche dei monumenti della Roma Repubblicana. Realizzato in travertino e pietra si distingue candido e chiaro tra la ricca vegetazione circostante. Secondo la leggenda e la tradizione popolare, la denominazione di questa opera sarebbe da mettere in correlazione con Cecco d'Ascoli, poeta ed astrologo, cui si attribuisce la costruzione del ponte avvenuta in una sola notte con l'aiuto del diavolo. Alcuni studiosi sostengono, invece, che l'appellativo di Cecco abbia corrispondenza con il nome di Cecco Aprutino, maestro medioevale, che lo avrebbe ristrutturato, nel 1349, su commissione di Galeotto I Malatesta.
La Chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, fu voluta dall’Ordine dei Carmelitani, comparso ad Ascoli nel 1599. La chiesa fu realizzata nel 1600, all’ingresso del centro abitato, sul Ponte Maggiore. Per ottenere la stessa imponenza degli edifici religiosi della Roma barocca, i frati commissionarono la facciata al celebre Carlo Rainaldi (1611 – 1691), uno dei maggiori architetti della Capitale insieme a Bernini, Borromini e Pietro da Cortona. La facciata in travertino presenta due ordini sovrapposti e congiunti da pilastri corinzi, ottenendo un particolare effetto di dissonanza. Nel 1687 i lavori vennero portati a termine dall’architetto ascolano Giosaffatti, con la felice aggiunta della scalinata d’accesso e della balaustra. L’interno è costituito da un’unica navata con volte a botte e colonne decorate a stucco. I dipinti della calotta absidale, raffigurano il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno, mentre quelli dell’arco trionfale offrono l’immagine della Vergine che consegna lo scapolare a Simone Stoch, Elia che ascende al cielo su un carro di fuoco. Gli ovali sopra la trabeazione della navata racchiudono i Santi Pontefici del fiammingo De Lignis (XVII sec.).
La Chiesa di San Vittore sorge nella zona centrale della città di Ascoli Piceno, proprio nelle immediate vicinanze del Forte Malatesta. Il suo fianco destro era costeggiato dal percorso cittadino della strada consolare Salaria che raggiungeva il Ponte di Cecco. Costruita seguendo i canoni dell'architettura delle chiese romaniche della città fu adottata come modello di riferimento per la realizzazione di altri edifici religiosi coevi, eretti fino al XIII secolo, e definita anche “costantiniana basilica”.
All'interno del territorio del Sestiere di Porta Maggiore è ubicato il Campo dei Giochi Squarcia, tempio sacro della Giostra della Quintana di Ascoli.