Paolo Margasini, Nove quintane per lui, detiene il record.
Emanuele Capriotti il killer delle ultime edizioni.
Al centro del campo dei giochi viene sistemata una sagoma di fantoccio, "il moro", che ha fissato su un braccio lo scudo dove vengono apposti i cartelli con i settori del punteggio (dal centro verso l'esterno : 100, 80, 60, 40, 20).
Il cavaliere giostrante oltre a cercare di colpire il centro del bersaglio, con la propria cavalcatura deve effettuare, nel minor tempo possibile, un percorso ad otto dal quale non deve uscire, non deve quindi neanche sfiorare nessuna "siepe" che delimita ai due lati la pista : pena penalità o l'annullamento della tornata. I cavalieri compiono tre tornate ciascuno, in ognuna delle quali, sono previsti tre assalti al moro.
Al termine si sommano i punti ottenuti al bersaglio con il tempo impiegato a compiere il percorso.
Gli assalti delle prime due tornate si susseguono secondo l'ordine di partenza che viene stabilito a sorte la sera precedente la giostra quando, sul sagrato della cattedrale si svolge la cerimonia dell'offerta dei ceri, in questa occasione il vescovo benedice cavalieri e cavalcature e i sestieri offrono i ceri che bruceranno sulla tomba del santo per tutto l'anno in segno di devozione.