E' un'autentica bomba, un fulmine a ciel sereno, esploso proprio all'indomani della giostra della rivincita di Foligno vinta proprio da Luca Innocenzi, cavaliere del Rione Cassero. Il cavaliere del Sestiere di Porta Solestà è rientrato nell'ambito dell'indagine che ha preso il nome di "Operazione Zodiaco" iniziata nel 2006. L'indagine è iniziata su controlli effettuati su Naval War, cavallo di Luca Innocenzi che correva all'epoca sempre nel Rione Cassero. Il sistema vedeva coinvolti veterinari, fantini e gestori di scuderia ossessionati di vincere alcune competizioni. Tra le gare che appaiono truccate, secondo gli inquirenti, rientrano il Palio della Quintana, le gare di Endurance e quelle organizzate dall'Unire. Una condanna piuttosto pesante, che macchia il curriculum del folignate Innocenzi, proprio in un momento particolarmente vincente per lui. E soprattutto occorrerà vedere quali conseguenze avrà tale sentenza sul futuro della carriera di Luca Innocenzi, poichè il decreto ministeriale Martini prevede in modo espresso che "è vietata la partecipazione, di cui all'art.1 comma 1, dei fantini e dei cavalieri che abbiano riportato condanne per maltrattamenti e uccisioni di animali, spettacoli e manifestazioni vietati, competizioni non autorizzate e scommesse clandestine, in cui si evidenzia uso di sostanze stupefacenti o dopanti attraverso controlli a campione, nonché risultino positivi ad alcool-test a campione prima della gara in base alle norme attualmente vigenti. Il comitato organizzatore è responsabile dell'applicazione del seguente articolo.”
"I veterinari, fantini e gestori scuderie che cercavano di alterare le gare: nel 2006 qualcuno ci riuscì. 4 sono di Foligno, 3 di Bastia Umbra.
Hanno cercato di alterare le gare, e in qualche caso ci sono riusciti, somministrando sostanze vietate ai cavalli. Per questo il giudice monocratico del Tribunale di Perugia, Alessandra Grimaccia, ha condannato le 10 persone finite nell’inchiesta ribattezzata ‘Zodiaco’ condotta dai Nas di Perugia coordinati dal pm Sergio Sottani. Un vero e proprio “sistema” che vedeva coinvolti veterinari, fantini e gestori di scuderia, ossessionati di vincere il Palio della Quintana, le gare di Endurance o quelle organizzate dall’Unire. Ancora una volta sono state le intercettazioni telefoniche a consentire all’inchiesta di stanare i responsabili del disegno criminale che poco amore avevano davvero per i cavalli, costretti a subire vere e proprie scariche di medicinali vietati pur di migliorarne le prestazioni. Chi le ha lette parla di ‘telefonate allucinanti, al limite dell’umano, anzi del bestiale’. Va chiarito da subito che l’Ente Giostra e i vertici dei Rioni sono risultati tutti estranei alla vicenda.
L’inchiesta – L’operazione Zodiaco scatta nel 2006 ed è grazie ad alcune telefonate, ascoltate dagli inquirenti, che si allarga ben presto fino a coinvolgere la Giostra della Quintana, l’evento più importante di Foligno e fra i principali dell’Umbria. E’ la primavera del 2007 quando il dottor Marco Pepe, stimato veterinario, dice la sua sullo spettro del doping dalle colonne di un quotidiano umbro. Una intervista che mette in allarme anche Franca Stoppi, la compianta presidente dell’UNA di Foligno (onlus animalista operante a livello nazionale), che decide, attraverso il legale di fiducia, l’avvocato Gianfranco Angeli, di presentare un esposto alla procura della repubblica di Perugia. Nessuno immagina che l’inchiesta è già avviata e che nel mirino ci sono già nomi illustri della Quintana come di altre competizioni a livello nazionale.
Il rinvio a giudizio – il 12 novembre 2008 il gip di Perugia accoglie le richieste del sostituto procuratore Sottani rinviando a giudizio il fantino Loris Venturini, 48 anni di Santa Sofia (in provincia di Forlì-Cesena), il veterinario Umberto Ricci, 46 anni, di Porto San Giorgio ma residente a Bastia Umbra, Marco e Daniele Cuglini, di 52 e 25 anni di Bastia Umbra, Blerim Hoxha, 28enne albanese residente a Bastia Umbra, il veterinario Ugo Carrozzo, 37 anni di Bari ma residente a Argenta (Ferrara), il fantino Willer Giacomoni, 37 anni di Faenza, e i folignati Luca Innocenzi, il 29enne fantino che proprio domenica scorsa si è aggiudicato il Palio della Rivincita, e i gestori di scuderia Maurizio Conti, di 57 anni, il 36enne Alessandro Metelli e Massimo Ballanti di 44 anni.
Le accuse – per la setenza odierna tutti sono colpevoli di aver compiuto “atti fraudolenti sui cavalli per raggiungere risultato diversi da quelli conseguenti al corretto e leale svolgimento della competizione” somministrando agli animali “sostanze vietate”. Condotte che ad esempio Loris Venturini attuò nei confronti del proprio cavallo Zodjaco (dal quale ha preso nome l’inchiesta) che nel maggio 2005 si pizzò al 2° posto del Campionati italiani endurance di Castiglion del Lago. Ma anche i Cuglini, insieme a Hoxha e al veterinario Ricci, sui cavalli Grintoso Tab, Eroico D'Hilly, Benny Bieffe, Ina Scot Mark, Dania Bieffe, Grifo Mark, Cartiglio, Ginger Bieffe, Ilwood Mark e Decantatrice con i quali parteciparono ad alcune competizioni ippiche organizzate dall’Unire.
Nella Quintana – il nome di Ricci compare spesso nelle carte dell’inchiesta. Un “professionista” al quale si affidavano alcune scuderie per dopare gli animali. A lui si rivolge Maurizio Conti, scudiere del Contrastanga, il Rione che stravince proprio l’edizione settembrina del 2006 con “Express Dissident”, dopato per l’occasione all’insaputa del fantino Gianluca Chicchini. Ma il veterinario si da un gran da fare anche per i Rioni Cassero e Badia: nel primo caso dopa Naval War con la complicità di Luca Innocenzi, all’epoca dei fatti appena 24 ma già smanioso di emergere a qualunque costo; nel secondo si presta a soddisfare le richieste dello scudiere Metelli sia per Ideal Late (impiegato nella Sfida 2006) sia per Street Boogie (nella Rivincita dello stesso anno). Non è da meno il collega veterinario Ugo Carrozzo che in combutta con i gestori delle scuderie Ballanti (La Mora) e Giacomoni (Morlupo), dispensa consigli fraudolenti e somministra medicinali vietati a Pisys Love, Tresy e Romy Brat.
Le condanne – le condanne più pesanti hanno riguardato i due veterinari ai quali il giudice ha inflitto la pena di 1 anno e 3 mesi ciascuno e una multa di 300 euro. Tutti gli altri, ad eccezione di Giacomoni che aveva patteggiato, hanno riportato pene fra i 6 e i 9 mesi e relative multe da 400 a 600 euro. Gli avvocati dei condannati hanno comunque già preannunciato ricorso in appello.
Choc in città – la notizia della lettura della sentenza ha fatto ben presto il giro della città travolta ancora incredula a tanto malaffare, seppur risalente ormai a 5 anni fa. “Noi ci avevamo creduto – dice l’avvocato Gianfranco Angeli che patrocina UNA e Lav – sono contento per questa sentenza che manda un segnale forte a competizioni come quella oggetto dell’indagine dove spesso gli animali subiscono maltrattamenti inenarrabili”. Le due associazioni ambientaliste, come si ricorderà, si erano costituite parte civile chiedendo circa 50mila euro di danni.
fonte (Tuttoggi.it quotidiano dell'Umbria)"
SU RADIO ASCOLI E' POSSIBILE ASCOLTARE, NELLA SEZIONE INTERVISTE, IL RACCONTO DEI FATTI DI VALERIO ROSA:
http://www.radioascoli.it/interviste.asp
Vi riportiamo qui sotto altri articoli meglio dettagliati della vicenda tratti da "TUTTOGGI" quotidiano online dell'Umbria:
- http://tuttoggi.info/articolo/36204/
- http://tuttoggi.info/articolo/36206/
Sir Robert D'Altavilla