Un corteo straordinario apprezzato e ammirato in ogni parte d'Italia, che nessuno ha e che tutti invidiano...però un corteo che da qualche anno sembra aver perso un pò del suo grandioso fascino a causa della mancanza di rispetto che viene proprio da chi ne fa parte. Per poter portare avanti una tradizione secolare come la nostra è necessario prima di tutto conoscere la nostra storia, la nostra tradizione...solo così la si può amare, solo così si può capire l'importanza di essere nati, di vivere e di morire in Ascoli. La nostra è una storia di passione, di attacamento e di amore verso la nostra terra, verso la nostra città. Il popolo Ascolano ha sempre combattuto nella storia proprio per difenderla ad ogni costo, sfidando anche imperi che paragonati al nostro popolo erano dei veri colossi pronti a schiacciarci come una formica. Il Piceno "Ascolano" si è sempre ribellato per innalzare i vessilli di questa città e di questo popolo. E questo non ce lo dobbiamo dimenticare!!! Come si può non ricordare la leggendaria ribellione che il popolo Piceno capeggiò nel 269 a. C. quando il nostro territorio era ormai circondato in ogni angolo dallo strapotere di Roma. Il tutto finì con due disfatte e la nostra popolazione fu deportata per il grande oltraggio mostrato nei confronti di Roma, nei confronti dell'impero che comandava il mondo. Eravamo ben consapevoli che saremmo stati schiacciati in un niente, eppure non ci siamo piegati...proprio per l'amore verso la nostra città, proprio perchè preferviamo difenderla fino alla morte piuttosto che sottomerterci e divenire schiavi di un altro popolo. Come dimenticare che nel 405 i Goti di Alarico provarono a cingere d'assedio la città di Ascoli ma dovettero arrendersi alle sue fortificazioni...come dimenticare che il ferocissimo Attila, denominato "il flagello di Dio" per le sanguinose barbarie che compiva nelle sue battaglie, evitò di attaccare Ascoli durante la sua campagna...come dimenticare i due attacchi dei saraceni respinti da Ascoli nel IX° secolo...come non dimenticare le ribellioni contro le tirannie dei Verninbene (1318-1319), di Galeotto Malatesta (1349-1356), di Filippo Tibaldeschi (1362), Rinaldo da Monte Verde (1378), di Francesco Sforza (1433).
Tutte queste cose, e moltissime altre ancora, occorre ricordare quando va in scena la Quintana. L'Ascolano indossando quegli abiti rivive il suo passato di passione e amore nei confronti di Ascoli, e non si può sfilare nel corteo solo per propria vanità personale. Questa vanità ha portato le nuove leve a prendere parte a questa manifestazione unica, senza sapere il significato di essa. Questo è il compito dei Sestieri che con i suoi più saggi e storici quintanari che devono trasmettere queste cose alle nuove leve. Questa mancanza ha portato questo corteo a perdere un pò di brillantezza negli ultimi anni, tanto da arrivare a vedere delle porcate assurde durante il corteo storico.
Era necessaria una presa di posizione importante, da parte dell'Ente Quintana, per cercare di salvare la nostra tradizione, e la maestosità del nostro corteo. Ecco così che pare si voglia tirare fuori un regolamento di sfilata che non ha mai spiegato al massimo i suoi veri poteri. Le intenzioni sono buonissime, anzi "sacrosante", ma sappiamo tutti che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Il Magnifico Messere ha detto esplicitamente che non ci saranno sconti per nessuno, ci sarà un'applicazione rigida del regolamento di sfilata con multe che saranno inflitte dalla commissione disciplinare (presidente dell’Ente, rettore in rappresentanza dei sestieri, costumista, coreografo, mossiere, provveditore di campo) nei confronti dei Sestieri che non rispetteranno le disposizioni di tale regolamento. Tutto questo sarà al vaglio di quattro commissari di percorso ai quali se ne aggiungeranno altri vestiti normalmente tra la folla, i quali prenderanno visione di eventuali violazi dei canoni di sfilata.
Una mossa giustissima da parte dell'Ente proprio in vista del gran numero di turisti che verranno in città in occasione della Quintana. E' necessario ricordare come negli ultimi periodi la città ha avuto un aumento delle visite da parte di turisti stranieri, favorita dalla grnade pubblicità che viene fatta nel mondo alla nostra città. La stessa Giostra sta diventando un punto di riferimento per tante altri tornei cavallereschi nazionali. Quindi invitiamo tutti a rispettare i consigli e gli inviti che verranno impartiti dai responsabili all'interno del proprio Sestiere di appartenenza, e tutto ciò per il bene del proprio Sestiere e della Quintana di Ascoli.
Sir Robert D'Altavilla