
















 Secondo il cronista Ogerio Alfieri, antenato del più noto Conte Vittorio, la città di Asti, “...nell’anno del Signore 1280 era colma di ricchezze, chiusa da solide e recenti mura e costituita quasi interamente da molti edifici, torri, palazzi e case da poco costruite”. Nella descrizione, precisa e puntuale, Ogerio cita le buone qualità dei cittadini astesi giudicandoli “...assennati e nobili, ricchi e potenti”e dice che “in caso di necessità la città può contare su seicento cavalieri dotati di due cavalli...” mentre “il contado può fornire centosessanta cavalieri dotati di un cavallo o di una cavalla...”.
Secondo il cronista Ogerio Alfieri, antenato del più noto Conte Vittorio, la città di Asti, “...nell’anno del Signore 1280 era colma di ricchezze, chiusa da solide e recenti mura e costituita quasi interamente da molti edifici, torri, palazzi e case da poco costruite”. Nella descrizione, precisa e puntuale, Ogerio cita le buone qualità dei cittadini astesi giudicandoli “...assennati e nobili, ricchi e potenti”e dice che “in caso di necessità la città può contare su seicento cavalieri dotati di due cavalli...” mentre “il contado può fornire centosessanta cavalieri dotati di un cavallo o di una cavalla...”. Dopo molto impegno, tanta passione e altrettanti affanni uno soltanto potrà stringere tra le mani il drappo cremisino con le insegne della città e l’immagine del Santo Patrono. Per tutti la grande Festa incomincia già il fine settimana precedente con la presentazione dell’anteprima del corteo, poi il Palio degli sbandieratori, il variopinto mercatino, il venerdì e il sabato le prove in pista per saggiare le forze in campo, in un crescendo da cardiopalma. Ma per capire il Palio è necessario esserci, calarsi nella Festa, magari seguendo direttamente le vicende di uno dei ventuno partecipanti: dagli sguardi dei borghigiani, che hanno lavorato un anno intero, si capirà davvero che cosa significa la passione viscerale, l’attaccamento fortissimo ai colori, l’irrefrenabile voglia di vincere, l’incontenibile gioia della vittoria, l’amarezza della sconfitta.
Dopo molto impegno, tanta passione e altrettanti affanni uno soltanto potrà stringere tra le mani il drappo cremisino con le insegne della città e l’immagine del Santo Patrono. Per tutti la grande Festa incomincia già il fine settimana precedente con la presentazione dell’anteprima del corteo, poi il Palio degli sbandieratori, il variopinto mercatino, il venerdì e il sabato le prove in pista per saggiare le forze in campo, in un crescendo da cardiopalma. Ma per capire il Palio è necessario esserci, calarsi nella Festa, magari seguendo direttamente le vicende di uno dei ventuno partecipanti: dagli sguardi dei borghigiani, che hanno lavorato un anno intero, si capirà davvero che cosa significa la passione viscerale, l’attaccamento fortissimo ai colori, l’irrefrenabile voglia di vincere, l’incontenibile gioia della vittoria, l’amarezza della sconfitta.

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Duca di Plexiglass, che legge il Corriere Adriatico





 Tre giorni di festa, dalla lettura del bando all'apertura delle taverne all'esibizione degli sbandieratori del venerdì, al meraviglioso corteo storico del sabato, alle gare e alla festa della domenica.
Tre giorni di festa, dalla lettura del bando all'apertura delle taverne all'esibizione degli sbandieratori del venerdì, al meraviglioso corteo storico del sabato, alle gare e alla festa della domenica.




 Il Palio del Niballo oggi si corre su una distanza di circa 200 metri, percorsi al gran galoppo; il torneo inizia con la sfida del Cavaliere rappresentante il Rione ultimo classificato nel Palio precedente ai quattro cavalieri dei Rioni avversari. Identica sfida viene poi lanciata da tutti gli altri contendenti per un totale di 20 incontri. Sono usate lance della lunghezza di metri 2,75 e del peso di chilogrammi 3,250.
Il Palio del Niballo oggi si corre su una distanza di circa 200 metri, percorsi al gran galoppo; il torneo inizia con la sfida del Cavaliere rappresentante il Rione ultimo classificato nel Palio precedente ai quattro cavalieri dei Rioni avversari. Identica sfida viene poi lanciata da tutti gli altri contendenti per un totale di 20 incontri. Sono usate lance della lunghezza di metri 2,75 e del peso di chilogrammi 3,250. I Cavalieri in costume rinascimentale, scendono in campo chiamati dal magistrato, due alla volta, e si sistemano entro gli appositi stalli di partenza ai lati opposti di un tracciato a ferro di cavallo. L’incontro, a sprone battuto, avviene a metà strada ove è posto il "Niballo", con due bersagli dal diametro di 8 centimetri. Il primo che, con la lancia, colpirà il bersaglio, senza aver commesso irregolarità durante l’avvicinamento, vince lo scontro e provoca l’alzata del braccio colpito e l’esclusione del braccio opposto mettendo così fuori gara l’altro cavaliere. Ogni "centro" da diritto ad uno scudo coi colori del rione battuto, che viene issato sulla tribuna del proprio rione.
I Cavalieri in costume rinascimentale, scendono in campo chiamati dal magistrato, due alla volta, e si sistemano entro gli appositi stalli di partenza ai lati opposti di un tracciato a ferro di cavallo. L’incontro, a sprone battuto, avviene a metà strada ove è posto il "Niballo", con due bersagli dal diametro di 8 centimetri. Il primo che, con la lancia, colpirà il bersaglio, senza aver commesso irregolarità durante l’avvicinamento, vince lo scontro e provoca l’alzata del braccio colpito e l’esclusione del braccio opposto mettendo così fuori gara l’altro cavaliere. Ogni "centro" da diritto ad uno scudo coi colori del rione battuto, che viene issato sulla tribuna del proprio rione.
In questo lungo periodo vi abbiamo informato sulle varie Giostre e revocazioni storiche in giro per l'Italia, ma mi sono accorto che ne mancava una che è conosciuta nn solo in Italia ma in tutto il Mondo: il Palio di Siena!
Riporto la definizione data dal sito per spiegarvi cos'è:"Il Palio non è una manifestazione riesumata ed organizzata a scopo turistico: è la vita del popolo senese nel tempo e nei diversi suoi aspetti e sentimenti. Esso ha origini remote con alcuni regolamenti ancor oggi validi dal 1644, anno in cui venne corso il primo palio con i cavalli, così come ancora avviene, in continuità mai interrotta."
Il territorio senese è diviso in 17 contrade ed ogni Contrada è come un piccolo stato, retto da un Seggio con a capo il Priore e guidato nella "giostra" da un Capitano, coadiuvato da due o tre contradaioli detti "mangini".Possiede, entro il suo territorio, una Chiesa con annessa la sede ove viene custodito tutto il suo patrimonio: cimeli, drappelloni delle vittorie, bandiere, archivio e tutto quanto altro concerne la vita della Contrada . Vengono svolte due "Carriere" una il 2 Luglio e l'altra il 16 Agosto.I preparativi investono tutta la cittadinanza senese nei 4 giorni precedenti le "Carriere".
Ecco le 17 contrade :Aquila, Bruco, Chiocciola,Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca,Torre e Valdimontone. Sia a Luglio che ad Agosto, partecipano 10 contrade: 7 di esse partecipano obbligaroriamente al Palio e sono diverse tra Luglio e Agosto. Le altre tre vengono estratte a sorte tra le restanti.
MECCANISMO DEL PALIO
Il complesso meccanismo della festa raggiunge il suo compimento con lo uno scoppio di mortaretto che annuncia l'uscita dei cavalli dall'Entrone. Ad ogni fantino viene consegnato un nerbo di bue con il quale potrà incitare il cavallo o ostacolare gli avversari durante la corsa. Quindi si procede all'avvicinamento verso la "mossa", ossia il punto dove sono stati tesi due canapi tra i quali saranno chiamati ad allinearsi cavalli e fantini. L'ordine di entrata è stabilito dalla sorte, infatti le Contrade vengono chiamate secondo l'ordine di estrazione. La decima e ultima, entrerà invece di "rincorsa" quando lo riterrà più opportuno, decidendo così il momento della partenza. Se la partenza non sarà valida, uno scoppio del mortaretto fermerà i cavalli. Quest'ultimi dovranno compiere tre giri di pista per circa 1000 metri e solo al primo arrivato sarà riservata la gloria della vittoria. Chi vince è comunque il cavallo, infatti può arrivare anche "scosso" ossia senza fantino.
Come però poter dare una impressione istantanea sul Palio? Anche per questo mi affido ad un'articolo apparso sul sito. Preferisco riportare quindi le parole scritte dalla Sig.ra Grazia Marchionni.
"Parlare del Palio equivale a sollevare un vespaio.Tanti scriviono sul palio ma pochi credo che si siano impegnati a capirlo.Per alcuni è una autorizzazione alla violenza sugli animali, altri una vera e propria gara sportiva, per altri la solita manifestazione acchiappaturisti".Niente di tutto questo.Chiunque si sia avvicinato alla nostra festa in modo non superficiale non può fare a meno di lasciare a Siena un pezzetto di cuore.In effetti il modo migliore per vedere il Palio, l’unico modo, sarebbe viverlo dall’interno, programmando un soggiorno di almeno quattro giorni e partecipando alla vita delle Contrade, magari con un contradaiolo a fare da cicerone.Qualunque turista dirà che il Palio è rumore, folla e frenesia mentre per i senesi il Palio è soprattutto silenzio e attesa.Non nego che il Palio sia importante per l’economia della città, ma i senesi non lo fanno per questo, lo fanno per loro stessi, perché è la loro vita, e se lo pagano.È l’unica “gara” nella quale chi vince paga tutti gli altri ed è ormai una delle poche manifestazioni, se non l’unica, dove non sono consentite sponsorizzazioni.I turisti sono di solito graditi, a volte subiti.Ogni senese è geloso e orgoglioso dei propri tesori e ci tiene che i “forestieri” abbiano le informazioni esatte.Consigli per l'uso:
Vogliate scusarmi se sono stato prolisso! Soprattutto nn me ne vogliano i Senesi!
Omino Maledetto


 Il Palio di Asti è una festa tradizionale italiana che ha radici medievali e culmina con una corsa di cavalli montati a pelo (cioè senza sella). Dal 1967, la corsa si tiene ogni terza domenica di settembre, e dal 1988 si svolge nella centrale piazza Alfieri di Asti.
 Il Palio di Asti è una festa tradizionale italiana che ha radici medievali e culmina con una corsa di cavalli montati a pelo (cioè senza sella). Dal 1967, la corsa si tiene ogni terza domenica di settembre, e dal 1988 si svolge nella centrale piazza Alfieri di Asti. .
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