Dal 2013 il Castello di Folignano si caratterizzerà per una rinnovata aderenza alle proprie radici storiche, proponendo due nuovi figuranti: i coltivatori e raccoglitori del guado. Si tratta di una pianta che triturata permetteva di ottenere un colorante blu per le stoffe. L’economia del territorio si basava, anche per buona parte, su tale attività di coltivazione e macinazione. La valle del Marino è conosciuta anche come “la valle dei mulini” per la loro numerosa presenza lungo le sponde del torrente nei secoli passati. Indispensabili per la macinazione di cereali e castagne, alimenti-base del tempo, oltre a costituire luoghi d'incontro e di scambio di informazioni, sono andati quasi tutti in rovina o trasformati in abitazioni con il mutare dei tempi e delle condizioni economiche e sociali. Il guado doveva essere molto presente sul territorio se dava alimento ad una vera e propria industria del colore, come attesta la ricca documentazione d'archivio. La preziosa attività, oggi scomparsa, portava ricchezza alla comunità folignanese, che vendeva all'esterno la maggior parte del colore prodotto, soprattutto agli Ascolani, senza dimenticare il mercato del limitrofo Regno di Napoli. A titolo di curiosità, nelle due comunità di Castello e di Villa San Gennaro ai primi del Settecento operavano ben dodici macine, quasi equamente distribuite.
DUE PLACCHE DEVOZIONALI: Sfileranno, inoltre, in corteo due placche devozionali in ceramica rievocative di Santa Maria delle Grazie e San Gennaro, realizzate dall'artista folignanese Angela Vatielli, che ha ottenuto il Marchio CAT (Ceramica Artistica Tradizionale). Le ceramiche verranno portate da dai due valletti che affiancano il gonfalone. I modelli presi a riferimento per le riproduzioni dei Santi patroni sono stati: - per San Gennaro la tavola di Cola dell’Amatrice, opera custodita al L’Aquila e che originariamente fu commissionata nel 1512 dalla Parrocchia di San Gennaro di Folignano per la parrocchia e consegnata alla chiesa nel 1513; - per la Madonna delle Grazie, il trittico di Pietro Alamanno, tuttora custodito nella frazione di Castel Folignano. Un ringraziamento particolare a Erminia Tosti Luna per gli approfondimenti storici, Edy Maria Costantini dell'Associazione Terre di Confine che ha curato l'intera organizzazione del Castello e seguito le novità introdotte quest'anno, all'Ente Quintana, al coreografo Luigi Morganti e all'artista Paolo Lazzarotti che hanno seguito fornito utili ed indispensabili indicazioni per la corretta realizzazione dei costumi.
SCHEDE TECNICHE delle placche Lastra in Terracotta smaltata
“SAN GENNARO” Misure: 34x17 cm. Circa Peso: 1,5 kg. Circa Tecnica: la lastra è stata eseguita in tre fasi lavorative; la prima ha riguardato la foggiatura della stessa partendo dal blocco d’argilla fresca, ottenendo una lastra mediante la spianatura e la realizzazione a mano dei vari elementi ( capitelli, colonnine tortili,ecc.), ricomposti ed assemblati, dopo opportuna asciugatura si e provveduto alla 1°cottura in forno a 980°. La seconda fase ha previsto la smaltatura con smalto bianco e l’effettiva decorazione a pennello senza ausilio di alcun tipo di “spolvero” quindi a mano libera. La cornice è stata decorata riproducendo un finto travertino adoperando spugne marine e pennello. La terza fase prevista è stata la cottura finale, per rendere possibile la vetrificazione dello smalto a 890°. Per omaggiare la Figura del Santo Patrono di Folignano e per rispettare il più possibile i canoni previsti dal disciplinare della Quintana, si è scelto, come riferimento iconografico, il dipinto su tavola di Cola d’Amatrice “Madonna con bambino ed i Santi Pietro, Francesco e Gennaro” del 1512. Tale dipinto oltre a richiamare canoni stilistici temporalmente verosimili per il periodo della Quintana, è legato fortemente al territorio di Folignano in quanto fino al 1825 trovava alloggiamento nella chiesa parrocchiale di S. Gennaro; essendo Cola d’Amatrice uno dei massimi esponenti della pittura dell’epoca ne identifica l’importante peso devozionale del territorio. L’Opera è stata eseguita tenendo fede al Disciplinare Marchio CAT (Ceramica Artistica Tradizionale) di Ascoli Piceno, (cod. ident. 12MA).
Lastra in Terracotta smaltata “MADONNA CON BAMBINO” Misure: 34x17 cm. Circa Peso: 1,5 kg. Circa Tecnica: la lastra è stata eseguita in tre fasi lavorative; la prima ha riguardato la foggiatura della stessa partendo dal blocco d’argilla fresca, ottenendo una lastra mediante la spianatura e la realizzazione a mano dei vari elementi ( capitelli, colonnine tortili,ecc.), ricomposti ed assemblati, dopo opportuna asciugatura si e provveduto alla 1°cottura in forno a 980°. La seconda fase ha previsto la smaltatura con smalto bianco e l’effettiva decorazione a pennello senza ausilio di alcun tipo di “spolvero” quindi a mano libera. La cornice è stata decorata riproducendo un finto travertino adoperando spugne marine e pennello. La terza fase prevista è stata la cottura finale, per rendere possibile la vetrificazione dello smalto a 890°. NOTE d’Autore: La lastra prende ispirazione iconografica dal Trittico di Pietro Alamanno “Madonna con Bambino in trono, San Cipriano, Santa Caterina d’Alessandria” XV sec. Presente nella Chiesa di Santa Maria e San Cipriano a Castel Folignano; focalizzando la Figura di Maria con il Bambino. Il dipinto è l’espressione di uno dei massimi esponenti della pittura del ‘400, infatti l’Alemanno insieme ai Crivelli ha rappresentato l’eccellenza pittorica del periodo riconosciuta nel Mondo. Tali presenze artistiche nel territorio denotano quale importanza si desse alla devozione religiosa. L’Opera è stata eseguita tenendo fede al Disciplinare Marchio CAT (Ceramica Artistica Tradizionale) di Ascoli Piceno, (cod. ident. 12MA).
Massimiliano Mariotti