Dal Corriere Adriatico edizione di Ascoli Piceno:
Più ombre che luci sul corteo storico di sabato. Ascoli, con piazze, rue, monumentalità fa il suo dovere, ma non è supportato dal comportamento di non pochi figuranti. Si è assistito - e non si può dare la colpa nè all'inesistente calura nè alle quattro gocce di pioggia cadute sul finire della sfilata - ad atteggiamenti dove austerità, ritmo del passo, consapevolezza di rappresentare la storia sono spesso considerati un'opzione. A cominciare da alcuni esponenti delle magistrature. Nel lungo corteo, accanto a figuranti rispettosi del ruolo, c'era chi rideva e scherzava col pubblico, quasi a voler dire: "Ma guarda che mi tocca fare..." Chi fa entrare costoro nella rievocazione? Il coreografo Luigi Morganti è consapevole di ciò ed irritato: "Ho visto i filmati, sono arrabbiato; purtroppo la Quintana rispecchia l'attuale società. Dai 350 figuranti degli anni '50, compresi del proprio ruolo, siamo passati ai 1.400 di oggi, molti dei quali sfilano solo per protagonismo o con l'arroganza di uno pseudo-diritto basato sull'elargizione di un contributo. Sono spariti occhiali, orologi, chewing gum, ma gli atteggiamenti rilassati e menefreghisti restano tanti".
Nei mesi scorsi, Morganti ha organizzato lezioni di comportamento e indossatura degli abiti, ma i risultati non sono stati brillanti: "Sono stanco e deluso - si sfoga - le lezioni hanno registrato fino a 120 presenze, ma le direttive impartite non hanno fatto presa. Comminiamo multe, ma il provvedimento sembra non fare effetto. D'altra parte, se l'esempio non viene dall'alto che possiamo pretendere?". Dispiace, perchè la maggioranza dei figuranti è consapevole di ciò che fa: si sono dignità, costumi preziosi, storicità ben calibrata e l'indispensabile ricambio generazionale. Questo, se vogliamo ancora nutrirci di slogan "Ascoli città della Quintana".